Io non sono sul Monte di Dio
- dott_antonio_piccinni

- 1 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Conosco Napoli oramai da 10 anni per questioni di lavoro e di amore. Ultimamente ho deciso di vivere in questa città per investire maggiormente sulla mia vita sentimentale. Da poco ci siamo trasferiti in via Nicotera e tutte le mattine ne approfitto per andare a camminare o correre sul lungomare. Io sono uno psicoterapeuta e vivo a Bologna da sempre. Avere il mare vicino mi è sempre sembrato un regalo che questo luogo mi può offrire tutti i giorni in cui sento il bisogno di perdermi nell’orizzonte. Prima abitavamo in centro antico (vicino via tribunali) e anche quella esperienza è stata molto bella fino a quando l’avvento del turismo, non decodificato in una politica comunale adeguata, non l’ha reso un grande circo all’aperto. Non posso dire che amo Napoli e nemmeno che la odio. Non credo nemmeno a quelli che ti dicono che in questa città o ti innamori o te ne scappi. Io francamente non sento nessuna di queste due fazioni emotive. Il mio interesse è volerla comprendere e trarne il meglio. Napoli è un mondo talmente complesso che, come qualsiasi corpo umano, non può essere decifrato e definito, ma solo ascoltato, compreso e, nei casi fortunati, aiutato a guarire quando è malato.
Mi sono anche chiesto cosa posso fare come cittadino non napoletano per aiutare la città. I processi di assimilazione, e non di integrazione, che i napoletani mettono in atto, a volte non permettono di essere di aiuto nel portare le buone prassi che in altre culture esistono.
Parlo di cultura e non di paesi. Perché Napoli è questo. Cultura che trae le sue origini più arcaiche, più nobili e più profonde da molto, molto lontano. Tutto sembra perdersi nella polarità. “A Napoli esiste il bello e il brutto” “Spacca Napoli taglia la città in due” “i napoletani sono gente meravigliosa o gente terribile” “esistono le eccellenze e le schifezze campane” ecc. E a questo punto mi chiedo? Ma è proprio così? Possibile che un luogo storicamente e culturalmente rilevante in tutto il mondo possa essere deprivato della complessità? Non riesco a darmi una risposta. Forse avrò i prossimi giorni, mesi o anni per capirlo. Una cosa è certa. Nelle mie passeggiate mattutine, mentre vado a vedere il mare, scendo da via Nicotera e vado verso via Egiziaca a Pizzo Falcone. Un’unica strada dritta, che parte dall’alto di via Nicotera 70 (dove vivo) e va verso giù e risale in via Monte di Dio. Una unica, sola e dritta strada che viene intervallata dalla nuova fermata della Metro. La cosa che osservo nel cercare quella complessità è la sporcizia infinita di via Nicotera tra spazzatura, escrementi di animali e bustine piene di cacche di cane dove i padroni che le raccolgono, invece di buttarle nel cestino, le lasciano sul marciapiede. Non solo non esistono cestini ma la spazzatura è talmente evidente che è sempre la stessa da settimane. Non ho mai un operatore ecologico venire in questa strada e prendersi cura di questo piccolo pezzetto di città, per farla guarire dall’ignoranza delle persone. Ecco che cammino ancora e appena percorro Monte di Dio (dopo solo 50 metri?) sembra di essere in Svizzera. Esistono i cestini, mancano solo le Guardie e per il resto si potrebbe andare a piedi nudi per quanto i servizi di pulizia funzionano. Stessa strada, due destini diversi. Io non sono sul Monte di Dio ma mi piacerebbe un giorno pensare che per essere felici e sentirsi una buona persona non necessariamente bisogna essere tra le braccia del Signore. Spero che il mio affetto complesso per questa città possa portare qualcosa di buono e che io possa perdermi nella speranza che in futuro a Napoli ogni strada meriti di essere curata con amore e ogni persona possa sentirsi degna di vivere in un posto pulito.





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